Toscana, metà dei campioni risultati oltre i limiti di legge
Lanciamo di nuovo un SOS inquinamento alle foci dei corsi d’acqua. La situazione è preoccupante: siamo ancora all’inizio della stagione balneare e in Toscana si fa ancora poco per efficientare i sistemi di depurazione dei reflui.
In totale sono venti i punti campionati lungo la costa della Toscana dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde, sedici lungo i corsi d’acqua e quattro a mare. Ben dieci punti sono risultati fuori dai limiti di legge: otto i punti giudicati fortemente inquinati e due inquinati.
Molto preoccupante la fotografia scattata da Goletta Verde in questo inizio di stagione balneare, e purtroppo, con l’aumento del carico antropico durante l’estate, la situazione è destinata a peggiorare.
I dati sono stati commentati questa mattina a Firenze, nel corso della conferenza stampa di presentazione alla presenza di Fausto FERRUZZA, Presidente Legambiente Toscana, Federico GASPERINI, Direttore Legambiente Toscana, Serena CARPENTIERI, Vicedirettrice generale Legambiente, Sibilla AMATO, Portavoce di Goletta Verde, Pietro RUBELLINI, Direttore Generale ARPAT, Marcello MOSSA VERRE, Direttore Tecnico ARPAT.
Si conclude oggi la tappa toscana di Goletta Verde di Legambiente che vede come partner principali CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Media partner è la Nuova Ecologia.
Le analisi di Goletta Verde
I campionamenti di Goletta Verde non vogliono certo sostituirsi ai controlli ufficiali delle autorità competenti nè tantomeno dare patenti di balneabilità. Scopo del monitoraggio è accendere i riflettori sulla cattiva depurazione dei reflui che attraverso i fiumi arriva a mare rischiando di compromettere la qualità delle acque del nostro mare nel momento cruciale della stagione estiva.
I campioni sono stati prelevati dai volontari e le volontarie di Goletta Verde lungo le coste toscane il 21 e il 22 giugno. Le analisi, eseguite da laboratori individuati sul territorio – Idroconsult laboratori riuniti Srl di Calenzano (Firenze) e Bioconsult di Follonica (Grosseto) – mostrano dunque delle criticità in questo inizio di stagione soprattutto alle foci dei corsi d’acqua; criticità dovute alla presenza di batteri di origine fecale (enterococchi intestinali ed escherichia coli), considerati un marker specifico di inquinamento dovuto a scarsa o assente depurazione.
Peggiora la situazione alle foci, in particolare per i punti campionati lungo le coste della Toscana centrale, critici anche i risultati di quelli della Toscana settentrionale.
Fortemente inquinati sono risultati la foce del torrente Carrione a Carrara, la foce del Lavello e la foce del Brugiano a Massa, la foce del Fosso Motrone e quella dell’Abate in provincia di Lucca; la foce dello scarico presso via Salivoli a Piombino, la foce del Gora a Follonica e il campione raccolto presso la spiaggia del Moletto del pesce a Marciana Marina, sull’Isola d’Elba. Inquinati invece la foce del Versilia (MS) e la foce del Fosso di Mola a Capoliveri sull’Isola d’Elba.
“La situazione è preoccupante – dichiarano Fausto Ferruzza e Federico Gasperini rispettivamente Presidente e Direttore di Legambiente Toscana – anche perché i campioni sono stati prelevati all’inizio della stagione balneare e tutto fa presagire che il carico antropico è destinato ad aumentare visto che molti prediligeranno le coste italiane come meta estiva per le vacanze. La metà dei campionamenti sono oltre i limiti di legge, in particolare nel centro e nel nord della regione: sono dati che lanciano ancora una volta l’SOS sul fronte della cattiva depurazione dei reflui. È inaccettabile – continuano Ferruzza e Gasperini – che una regione, a così alta vocazione turistica ed economicamente sviluppata come la Toscana, non investa sull’efficientamento della depurazione. Una grande opera pubblica necessaria che non può più aspettare e che chiama in causa da vicino anche i Comuni dell’entroterra, dal momento che le grandi città giocano un ruolo cruciale in questo contesto. Continueremo a chiedere a gran voce che vengano stanziati i fondi necessari per migliorare e modernizzare il sistema di depurazione della nostra regione”.
I dati nel dettaglio
In provincia di MASSA CARRARA tutti i quattro punti monitorati sono risultati fuori dai limiti di legge: fortemente inquinati la foce del torrente Carrione, la foce torrente Lavello e la foce del fiume Brugiano, mentre la foce del fiume Versilia è risultata inquinata.
Anche i due punti campionati nella provincia di LUCCA, la foce Fosso Motrone e la foce Fosso dell’Abate, risultano fortemente inquinati.
La foce del Fiume Arno in provincia di PISA risulta entro i limiti di legge, così come la foce del canale Scolmatore al confine con la provincia di Livorno
In provincia di LIVORNO, è risultata fortemente inquinata l’acqua prelevata alla foce/scarico all’altezza di via Salivoli; entro i limiti il prelievo presso la spiaggia di fronte al Fosso Camilla. Per quel che riguarda i campionamenti effettuati all’ISOLA D’ELBA, due sui quattro prelievi sono risultati oltre i limiti di legge: fortemente inquinato il campione prelevato presso spiaggia del Moletto del pesce a Marciana Marina e inquinata la foce del Fosso di Mola/Fossone centrale a Capoliveri. Gli altri due campionamenti sono invece risultati entro i limiti: si tratta del Fosso della Madonnina a Portoferraio e la Spiaggia di fronte alla foce Fosso Galea/La Pila a Campo nell’Elba.
Dei sei punti campionati in provincia di GROSSETO, cinque sono entro i limiti di legge: la foce del canale di San Rocco, la foce del fiume Osa, la foce del fiume Albegna, la spiaggia fronte canale, e il Fosso Tagliata Etrusca. In controtendenza, La foce del fiume Gora è risultata fortemente inquinata.
È importante sottolineare come, in sei degli otto punti fortemente inquinati, non sono previsti controlli da parte delle autorità competenti, risultando così interdetti alla balneazione. In quattro di questi non era presente il cartello di divieto di balneazione.
“Ricordiamo che Goletta Verde restituisce un’istantanea puntuale sulla qualità delle nostre acque costiere, senza sostituirsi alle autorità competenti, perchè il nostro obiettivo è denunciare puntualmente il cronico ritardo italiano sull’efficientamento dei depuratori e la presenza degli scarichi abusivi – dichiara Sibilla Amato, Portavoce di Goletta Verde. Stiamo già pagando multe salatissime per le due condanne dell’Unione europea per il mancato adeguamento alla Direttiva europea sul trattamento dei reflui e ulteriori procedure di infrazione sono in corso. Purtroppo, oltre all’aspetto sanitario ed economico c’è da denunciare ancora la disinformazione verso cittadini e cittadine – continua Amato. Infatti, anche in Toscana abbiamo constato che la cartellonistica sulla qualità delle acque, obbligatoria da oltre 5 anni, era presente solo in cinque dei venti punti monitorati. Ci auguriamo che, accanto a una definitiva risoluzione dei problemi depurativi, si possa colmare anche la lacuna informativa verso i bagnanti”.
Il monitoraggio scientifico
I prelievi di Goletta Verde vengono eseguiti da tecnici, volontari e volontarie di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.
LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali >200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >500 UFC/100ml.
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali >400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >1000 UFC/100ml.
Il lavoro dei nostri partner
Anche quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo dal 1984 anni, il CONOU garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale: lo scorso anno in Toscana il Consorzio ha recuperato 9.595 tonnellate di questo rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente, 2.021 tonnellate solo nella provincia di Firenze. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché grazie alla filiera del Consorzio, può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 98,8% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti. Un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. “La difesa dell’ambiente e in particolare del mare e dei laghi rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega il Presidente del CONOU, Riccardo Piunti. “Il Consorzio, paradigma di circolarità, dovrà continuare a fornire il massimo contributo possibile verso gli obiettivi di economia circolare, che resta il pilastro fondamentale della battaglia per ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali del Pianeta e quindi contrastare il cambiamento climatico”.