
Smontiamo le fake news sull’eolico offshore!
Per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030 la sfida non è solo sostituire le fonti fossili, ma farlo il più rapidamente possibili. E la velocità attuale con cui sta andando l’Italia non ci rassicura affatto. Le basse performance dell’Italia sono legate alla “corsa ad ostacoli” che le rinnovabili sono costrette ad affrontare tra ritardi, lungaggini burocratiche, iter autorizzativi troppo lenti e farraginosi, norme obsolete, conflitti territoriali, ostracismi dei ministeri e ritardi della Presidenza del Consiglio. In questo contesto, particolarmente preoccupante è lo stallo dell’Italia sull’eolico offshore, in quanto permette di sviluppare progetti di centinaia di megawatt. Come se non bastasse negli ultimi anni si sono moltiplicate le fake news su questi impianti a largo delle coste. Insieme a Renexia abbiamo deciso di sfatare quelle più comuni. Eccole.
L’eolico offshore rovina il paesaggio
Gli impianti eolici offshore sono solitamente installati da diversi chilometri di distanza dalla costa, riducendo al minimo, fino ad azzerare, ogni impatto visivo. Infatti, un impianto eolico offshore posto a 12 km di distanza viene percepito da un osservatore in riva al mare con una grandezza di appena 1,5 cm, che si riducono a 0,64 per impianti posti a 28 km, fino a diventare impercettibile a occhio nudo a distanze superiori ai 50 km.
L’eolico offshore disturba la fauna marina
Studi scientifici e campagne oceanografiche hanno dimostrato che con adeguate misure di mitigazione durante la costruzione e il funzionamento, la convivenza tra gli impianti eolici offshore e la fauna marina non solo è possibile, ma le piattaforme eoliche possono contribuire a creare nuovi habitat per il ripopolamento di specie marine in pericolo nei nostri mari.
L’eolico offshore è troppo costoso
Sebbene i progetti pilota possano risultare onerosi, il costo dell’energia eolica offshore è in costante calo negli anni. Questa tecnologia sta diventando sempre più competitiva rispetto alle fonti fossili. Inoltre, non produce emissioni nocive, generando un risparmio a lungo termine per la salute e l’ambiente.
L’eolico offshore non è affidabile perché dipende dal vento.
Anche se il vento non soffia in modo costante, le moderne tecnologie eoliche sono in grado di catturare l’energia anche con leggere brezze. Tra l’altro l’eolico offshore gode di un vento più costante rispetto all’eolico terrestre. Inoltre, l’integrazione con altre fonti rinnovabili e sistemi di stoccaggio dell’energia può garantire una fornitura stabile nel tempo.
L’eolico offshore fa male alla salute.
Non esiste alcuno studio che rilevi un pericolo per la salute dell’uomo o dell’ambiente. Al contrario, riducendo in maniera drastica le emissioni di gas serra nell’aria, l’eolico offshore aiuta l’ambiente, la biodiversità e la salute umana.
L’eolico offshore interferisce con le attività di pesca.
La coesistenza tra eolico offshore e pesca è possibile con una pianificazione attenta. Molti progetti prevedono aree dedicate alla pesca e sono previste misure non solo di compensazione, ma soprattutto di sostegno concreto ad un comparto strategico in Italia, come il rinnovo della flotta e nuove prospettive per il comparto.
L’eolico offshore è una tecnologia sperimentale.
L’eolico offshore è una tecnologia matura e consolidata, con impianti operativi in tutto il mondo da molti anni. La ricerca e lo sviluppo continuano per migliorare l’efficienza e ridurre i costi, ma la tecnologia di base è affidabile e collaudata nel tempo.
L’inquinamento acustico generato dalla rotazione delle pale disorienta i cetacei.
Grazie a studi condotti dal Jonian Dolphin Conservation sul parco eolico di Taranto possiamo affermare che i cetacei non soffrono alcuna interferenza. Ci sono anche numerose testimonianze fotografiche di delfini che nuotano a poca distanza dalle turbine.
Gli ancoraggi rappresentano un problema per l’ecosistema, anche quando il parco verrà dismesso.
Tutta la componentistica è realizzata con materiali eco-sostenibili, tutto verrà dismesso al fine vita dell’impianto. Gli ancoraggi che rimarranno diventeranno parte del fondale e non interferiranno con la vita sottomarina con la quale si saranno integrati.
Le pale sono pericolose per gli uccelli migratori?
No, perché le turbine saranno dotate di sensori che consentiranno di fermare il movimento rotatorio delle pale in caso di rilevamento di stormi in avvicinamento. Anche dal punto di vista cromatico si osserveranno le direttive per fare in modo che le pale siano ben visibili dagli uccelli in avvicinamento.