Goletta Verde

Goletta Verde in Toscana riporta in primo piano la questione di Darsena Europa

A seguito del via libera del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per il progetto Darsena Europa a Livorno, Legambiente torna a ribadire la sua posizione e lo fa oggi in occasione della seconda tappa di Goletta Verde a Livorno.   

Per l’associazione ambientalista è necessario rimanere vigili sulle modalità di costruzione dell’opera, a partire dalle prescrizioni poste dal MASE, viste le criticità che presenta in primis sugli impatti sull’ambiente e sulla biodiversità. Inoltre, Legambiente chiede che venga istituito un tavolo di confronto che coinvolga anche associazioni e referenti locali.  

La realizzazione della Darsena, se eseguita correttamente, può essere una grande opportunità per intraprendere percorsi di sviluppo sul lavoro a zero emissioni dei porti nell’ottica di una corretta transizione energetica, che guardi al cold ironing (l’alimentazione elettrica da terra delle navi ormeggiate mentre i suoi motori principali e ausiliari sono spenti) e che preveda un approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili dalle banchine. A tal proposito il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stanziato 700 milioni di euro per la costruzione di impianti di cold ironing, che sarebbero anche un primo passo verso la decarbonizzazione del settore. Si tratta di un intervento ancor più necessario nell’ambito del progetto Darsena Europa, che potrebbe consentire l’approvvigionamento da fonti rinnovabili prodotte localmente. 

“Una grande opera pubblica determina sempre un coacervo pressoché inestricabile di speranze e di preoccupazioni – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana Darsena Europa, da questo punto di vista, è l’esempio plastico di un progetto pensato in grande, per indurre e generare nuovi e crescenti flussi trasportistici e commerciali. L’esperienza, però, ci insegna che non sempre tale postura predittiva si rivela esatta. Occorre vigilare sempre lungo l’iter realizzativo, affinché gli impatti negativi dell’opera non abbiano mai a superare quelli positivi, pure attesi”. 

Legambiente Toscana, attraverso una mozione, sottoscritta al Congresso dello scorso ottobre dai Circoli di Pisa e Livorno, ha già preso l’impegno di continuare a porre l’attenzione su tale questione, sollevando allo stesso tempo preoccupazioni relative ai rischi per l’ecosistema marino, la linea di costa, la qualità dell’aria e il paesaggio. Tali problematiche sono confluite anche nelle Osservazioni alla procedura di VIA istruita dal MASE e redatte dall’associazione nel marzo 2023. Tra queste, chiede in primis un monitoraggio permanente, di restituire il suolo alla condizione ante operam, valutare e mitigare i disturbi agli animali nel sito della rete Natura 2000, censire i “ricettori” del rumore prodotto in fase di lavorazione e produrre un “piano delle emissioni in aria”.  

Legambiente ricorda che il parere ministeriale riguarda la sola “Fase 1” del progetto, ossia il processo di realizzazione delle strutture portuali. Infatti, non sono state valutate le conseguenze ambientali dell’esercizio dell’opera, ossia l’aumento del traffico navale e il permanere dell’imponente struttura nel tempo. L’incremento del passaggio delle navi da crociera, già oggi fonte di forte inquinamento atmosferico a Livorno e lungo la costa adiacente, avrà inevitabili ricadute sulla salute ambientale delle coste toscane. 

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