Goletta Verde

In Liguria 4 punti su 23 superano i limiti di legge

In totale sono 23 i punti campionati dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde, 11 nei pressi di foci e canali e 12 punti a mare, distribuiti su tutta la costa regionale, che hanno visto in totale 4 punti superare i limiti di legge di cui 3 sono risultati fortemente inquinati e 1 inquinato.

Questa la fotografia scattata dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, che hanno campionato in Liguria tra il 14 e il 23 giugno di questo anno.

Stamani a Genova, nel corso della conferenza stampa, ne hanno parlato Santo Grammatico e Federico Borromeo, rispettivamente Presidente e Direttore di Legambiente Liguria, Sibilla Amato, portavoce di Goletta Verde 2021, Sonia Albanese e Cecilia Cuneo di Arpal.

Quest’anno la Goletta Verde torna a solcare i mari, dopo la pausa imposta dalla pandemia lo scorso anno, e anche in questa edizione vede come partner principali CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Media partner è la Nuova Ecologia.

 

Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde

Guarda la mappa dei monitoraggi

 

 

I campionamenti di Goletta Verde non si vogliono sostituire con i dati ufficiali ma vanno ad integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti. Se, infatti, i dati di Arpa sono gli unici che determinano la balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo, le analisi di Goletta Verde hanno invece un altro obiettivo che è quello di andare ad individuare le criticità dovute ad una cattiva depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua, il principale veicolo con cui l’inquinamento generato da un insufficiente depurazione arriva in mare.

Le analisi, eseguite da laboratori certificati individuati sul territorio, mostrano dunque delle criticità in questo inizio di stagione presso alcune delle foci campionate; criticità dovute alla presenza di batteri di origine fecale (enterococchi intestinali ed escherichia coli), considerati un marker specifico di inquinamento dovuto a scarsa o assente depurazione.

Sono infatti 3 i punti giudicati fortemente inquinati, la foce del torrente Maremola a Pietra Ligure (SV), la foce del torrente Nervi a Genova (GE) e la foce del Rio San Siro a Santa Margherita Ligure, mentre un punto è stato giudicato inquinato, la foce dell’Entella al confine tra Chiavari e Lavagna.
Tre dei punti risultati oltre i limiti (le foci di Maremola, del torrente Nervi e la foce dell’Entella) non sono campionati dalle autorità competenti e vengono quindi giudicati non balneabili, anche se alla foce del torrente Maremola e del Rio San Siro non era presente neanche il cartello di divieto di balneazione.

In provincia di Imperia tutti i punti campionati sono risultati nella norma: la foce del fiume Roja, la foce del torrente Nervia, la foce del torrente Argentina (riva dx), la foce del torrente S. Pietro (riva sx), la spiaggia presso la foce del Rio Crosio e la spiaggia fronte al torrente San Romolo.

In provincia di Savona sui 5 punti campionati uno è risultato fortemente inquinato, la foce del torrente Maremola, mentre gli altri 4 rientrano nei limiti normativi: la foce del fiume Centa, la foce del fiume Pora, la foce del torrente Quiliano e la spiaggia presso lo sbocco del canale sul lungomare Diaz 161.

2 dei cinque punti campionati in provincia di Genova sono risultati fortemente inquinati, la foce del torrente Nervi e il mare di fronte a Rio San Siro, mentre uno è risultato inquinato, lo sbocco del canale presso la foce del torrente Entella. I restanti due punti campionati, il mare di fronte alla foce del torrente Recco e il mare di fronte alla foce del torrente Bogliasco, sono risultati entro i limiti.

Anche in provincia di La Spezia i 7 punti campionati sono risultati entro i limiti normativi: la spiaggia presso la foce del Rio Gavazzo, la spiaggia presso la foce del canale sotto le scalette della spiaggia Venere Azzurra, la spiaggia fronte canale, la spiaggia Fiumaretta, la spiaggia di fronte alla foce del canale Piazza Garibaldi, il mare presso lo scarico sotto al Belvedere e la foce del Rio Corniglia.

Molto carente, se non del tutto assente, l’informazione ai cittadini. In 22 dei 23 punti monitorati non è presente il cartello sulla qualità delle acque, obbligo di legge da oltre 5 anni.

“Emergono risultati ancora non del tutto soddisfacenti nella fotografia scattata dalle analisi effettuate lungo la costa ligure – dichiara Santo Grammatico, Presidente Legambiente Liguria. Nella costa genovese, la più penalizzata dai dati raccolti, emerge una cronicità alle foci di rii e torrenti, così come alla foce del torrente Maremola che denunciamo da anni. Ancora una volta ci troviamo a sollecitare i Sindaci ad effettuare indagini suppletive, risalendo i corsi d’acqua e coinvolgendo i loro colleghi dell’entroterra per individuare scarichi abusivi e mancati allacci alle infrastrutture fognarie. Questo annoso problema va risolto una volta per tutte, ne va della qualità dei fiumi, del mare e di tutto il territorio ”.

“Il lavoro che facciamo ogni anno con Goletta Verde non vuole sostituirsi a quello delle autorità competenti ma denunciare una situazione di ritardo cronico del nostro Paese sul fronte della depurazione dei reflui – dichiara Sibilla Amato, portavoce di Goletta Verde 2021. Ben 1 cittadino su 4 non è servito da un servizio di depurazione efficiente. Inoltre, la mancanza di depuratori, la loro scarsa efficienza, insieme agli scarichi illegali, rappresentano il 31% dei reati contestati a danno del mare nel corso del 2020. Non a caso, gravano sull’Italia ben quattro procedure di infrazione da parte dell’Unione europea per la non conformità alla direttiva del 1991 sul trattamento delle acque reflue. Due di queste sono sfociate in condanna e stiamo già pagando multe salatissime. Con le nostre analisi dei punti critici, vogliamo denunciare ancora una volta questo ritardo, chiedendo a gran voce più investimenti per il completamento della rete fognaria e la realizzazione di nuovi depuratori. Questa è una delle opere che serve davvero al Paese e per la quale purtroppo i fondi del  Recovery Plan non sono affatto sufficienti”.

 

Anche quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo dal 1984 anni, il CONOU garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale: lo scorso anno in Liguria il Consorzio ha recuperato 4.348 tonnellate di questo rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente, 1.679 tonnellate solo nella provincia di Genova. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché grazie alla filiera del Consorzio, può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 98,8% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti. Un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. “La difesa dell’ambiente e in particolare del mare e dei laghi rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega il Presidente del CONOU, Riccardo Piunti. “Il Consorzio, paradigma di circolarità, dovrà continuare a fornire il massimo contributo possibile verso gli obiettivi di economia circolare, che resta il pilastro fondamentale della battaglia per ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali del Pianeta e quindi contrastare il cambiamento climatico”.

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