Mare Monstrum, l’assalto al mare e alla coste italiane
Colate di cemento illegale e consumo di suolo costiero che cancellano dune e inghiottono metri di sabbia, cattiva – e in molti casi assente – depurazione delle acque, pesca di frodo incontrollata. I nemici del mare e delle coste italiane hanno sempre gli stessi nomi e normative inadeguate a cui appigliarsi, come raccontano i numeri e le storie di Mare Monstrum 2020: 23.623 i reati contestati nel 2019, con un incremento del 15,6% rispetto al 2018. È quanto emerge dal dossier redatto dall’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente che vede oltre la metà delle infrazioni contestate (il 52,3%) concentrarsi tra Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Sono invece 6.486 i sequestri effettuati (con un incremento dell’11,2%), per un valore economico che ammonta a circa 520 milioni di euro.
Ad accompagnare i numeri del dossier, elaborati su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto, tanti casi concreti: storie di un’Italia che anche dopo la fine del lockdown pare avere ripreso a pieno ritmo le attività ecocriminali. Un assalto contro cui Legambiente si batte da decenni, attraverso una delle sue campagne più iconiche, Goletta Verde che – insieme a Goletta dei laghi – è pronta a “salpare” in un’edizione dalla formula inedita.
I numeri da cui ripartire. Ma è soprattutto la fotografia restituita da Mare Monstrum a dare la misura di un’aggressione all’ecosistema marino che non concede deroghe agli impegni sul fronte ambientale. In testa ai reati nelle regioni litoranee, quelli legati al ciclo del cemento (il 42,5% del totale), comparto nel quale è la Campania a guidare la classifica, seguita da Puglia, Lazio, Calabria e Sicilia. Dalla Costiera amalfitana alla Scala dei Turchi, dal Salento al litorale calabrese con Isola di Capo Rizzuto, fino alle isole minori come Lampedusa, Capri, le Eolie, le perle del Mare Nostrum sono costantemente preda degli appetiti degli abusivi, che non risparmiano posti idrogeologicamente fragili come Ischia; mentre in Sicilia fa eco un nuovo tentativo di condono contro cui Legambiente si sta battendo. Seconda voce con il maggior peso nel dossier, il mare inquinato, correlato al problema cronico della depurazione: secondo l’Istat poco più del 44% dei Comuni italiani è dotato di impianti di depurazione adeguati agli standard Ue. Addirittura, in 342 comuni il servizio di depurazione delle acque reflue urbane è del tutto assente: le maggiori criticità in Sicilia, Calabria e Campania. Nel complesso, l’inquinamento da cattiva depurazione, scarichi fognari e idrocarburi ha registrato 7.813 infrazioni nel 2019, il 33,1% delle illegalità accertate a danno del mare. C’è poi il capitolo pesca illegale che rappresenta il 22% delle infrazioni accertate, con 555mila chili di pescato, 69mila metri di reti killer e oltre 7.500 attrezzi da pesca sequestrati: in testa la Sicilia, seguita da Campania, Puglia, Liguria, Sardegna.